31 Marzo 2015
Vertenza Latte


 
“Prezzo minimo garantito per il latte degli allevatori laziali. Questo è il mio impegno, questo chiederò al prossimo tavolo che convocherò subito dopo Pasqua e al quale, stavolta, si siederanno anche i trasformatori, i caseifici, le industrie”. È arrivato dopo l’ennesima mobilitazione di piazza l’atteso annuncio dell’assessore regionale all’agricoltura che, parlando al presidio romano degli allevatori, ha assunto ufficialmente l’impegno davanti ai dirigenti della Coldiretti anche perché “l’industria – ha motivato Sonia Ricci – deve riconoscere che alla base del proprio successo commerciale c’è il latte di qualità prodotto nel Lazio, una ricchezza che va rispettata intanto col riconoscimento di un giusto prezzo a chi lo fa”. Ricci ha anche ricordato che la Regione è pronta a spendere 150.000 euro per promuovere, con una mirata campagna di comunicazione, il consumo di latte fresco e per esaltare la distintività di quello prodotto nel Lazio. “Altre novità – ha concluso l’assessore – arriveranno dal Psr (Piano di sviluppo rurale) che prevede misure anche per l’abbattimento dei costi di produzione e altre per l’ammodernamento degli allevamenti”. “Oggi abbiamo ottenuto un primo grande risultato, cioè la ufficializzazione di una volontà politica. Siamo soddisfatti – commenta il direttore delle federazioni Coldiretti di Latina e Frosinone, Saverio Viola – ma lo saremo pienamente quando dal prossimo tavolo uscirà il prezzo adeguato da corrispondere ai nostri allevatori, che oggi non basta neanche più alla copertura dei costi di produzione”. Un altro importante risultato è stata la conferma, da parte del ministro Maurizio Martina, intervenuto al presidio, del varo ormai imminente del logo che potrà essere applicato sulle confezioni di latte interamente italiano. Il marchio – che potrà essere utilizzato solo da chi sceglierà, volontariamente, di vendere al pubblico latte italiano al 100%, certificherà la zona di mungitura e sarà un primo contributo alla trasparenza delle informazioni ai consumatori. “Oggi importiamo il 40% dei prodotti lattiero-caseari e inoltre 3 cartoni su 4 di latte a lunga conservazione sono stranieri. Finito il regime delle quote – ha detto Viola – temiamo un’invasione di latte estero, ecco perché è urgente tutelare il made in Italy”.

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