5 Ottobre 2015
RIPARTE LA PRODUZIONE DI OLIO

L’olio ciociaro rialza la testa, dopo l’ultima disastrosa annata. Per il 2015 le stime si collocano in terreno positivo, sia in termini di quantità che di qualità. Si prevede una produzione intorno all’80% delle capacità produttiva provinciale e in assoluto una eccellente qualità dell’olio, grazie ad una stagione climatica molto favorevole e alla meticolosa attenzione prestata dagli olivicoltori. “La coltivazione dell’olivo in Ciociaria – ricorda Vinicio Savone, presidente della Coldiretti provinciale – è svolta da 33.000 aziende piccole e medie su una superficie olivetata di 18.000 ettari. E’ caratterizzata quindi da una elevata frammentazione dei corpi aziendali, di poco superiore a 0,50 ettari per azienda”. Oltre 2.300.000 piante permettono di raggiungere una produzione di 75.000 quintali di ottimo extravergine”. In provincia operano 90 impianti di trasformazione, suddivisi in frantoi detti continui e quelli a pressa. La posizione geografica del territorio e la sua conformazione per lo più collinare, protetto dai venti freddi del Nord dalle catene montuose degli Ernici e dei Simbruini e dalle correnti calde provenienti dal Sud dai Lepini, dai Volsci e dai monti Ausoni, crea un ambiente particolarmente adatto all’olivicoltura. “Il nostro olio – aggiunge Giuseppe Campione, direttore della Coldiretti provinciale – si caratterizza per il sapore di buon fruttato, con sensazioni di amaro e piccante ben identificate che esaltano le specificità delle varie cultivar. Dalle olive ricaviamo un extravergine armonico e ben equilibrato, fattori che permettono ad alcune delle nostre aziende di raggiungere livelli qualitativi di eccellenza e primati riconosciuti in Italia e all’estero. Anche per queste ragioni voglio invitare i consumatori ad acquistare, ove possibile, direttamente in azienda”. L’areale è monitorato costantemente per intervenire subito in caso di comparsa di parassiti, come anche per prevenire i danni da avversità atmosferiche. I produttori ciociari hanno aderito negli anni ai progetti per il miglioramento della qualità dell’olio messi in campo, anche a Frosinone, dalla Organizzazione Produttori OP Latium che, attraverso i propri tecnici, svolge attività di sorveglianza e assistenza tecnica alla aziende.


OLIO: RACCOLTA, NUMERI, DATI, ETICHETTATURA, PROVENIENZA. LA SCHEDA
La raccolta delle olive è iniziata in anticipo di almeno una settimana. Su scala nazionale è previsto un aumento del 30% rispetto alla produzione del 2014 con qualità ottima grazie al favorevole andamento climatico. Il settore olivicolo in Italia conta su un patrimonio di 250 milioni di piante dislocate su 1,1 milioni di ettari di terreno. Il settore genera un fatturato di 2 miliardi di euro e sviluppa impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. L’Italia è il secondo produttore mondiale (il primo è la Spagna). Ma siamo il primo al mondo per numero di Dop (ne abbiamo 43). Rispetto al 2014, anno nero nella storia della olivicoltura nazionale con 300.000 tonnellate di olio, la produzione del 2015 dovrebbe risalire a 400.000, pur rimanendo sotto la media storica che è di 500.000. Quale olio acquistare? Coldiretti consiglia quelli sulla cui etichetta è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti con olive italiane al 100 per 100% o di acquistare direttamente presso i produttori, nei frantoi o nei mercati certificati di Campagna Amica. Il regime di trasparenza informativa ai consumatori non è ancora completo e funzionale, nonostante dal luglio 2009 sia obbligatorio per legge indicare l’origine in etichetta (regolamento comunitario n.182, 06.03.2009). Sulle bottiglie di extravergine commercializzate in Italia, ma ottenuto da olive straniere, è difficile riuscire a leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari” oppure “miscele di oli di oliva non comunitari” o anche “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitarie” perché in genere sono riportate in caratteri molto piccoli e in una posizione, sulle etichette, che le rende difficilmente visibili.  

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