11 Marzo 2010
OGM


La Commissione Europea ha dato il via libera alla coltivazione di quattro nuovi prodotti geneticamente modificati, la patata “Amflora” sviluppata dalla Basf e tre varietà di mais, sviluppate dalla Monsanto, interrompendo una consuetudine prudenziale che veniva rispettata dal 1998 guidata dal principio di precauzione.
“Il modello produttivo cui è orientato l’impiego ogm – afferma Gabriel Battistelli, direttore della Coldiretti di Viterbo - è il nemico della tipicità e della biodiversità, responsabile del tentativo di omologazione, che è il vero antagonista dell’ agroalimentare italiano. In Italia, per la conformazione morfologica dei nostri terreni e le dimensioni delle nostre aziende, non sarebbe possibile evitare le contaminazioni e sarebbe violata la libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da ogm. La Coldiretti chiede invece, con decisione una etichettatura chiara che permetta di sapere se il cibo che mangiamo contiene, direttamente o indirettamente, organismi geneticamente modificati”.
In provincia di Viterbo dove vengono prodotti oltre 750.000 quintali di patate, la scelta della Commissione Europea desta particolare preoccupazione in un momento di difficoltà del settore che rischia di compromettere l’economia di interi territori.
Il tubero transgenico (chiamato anche 'superpatata') contiene amilopectina, utile per produrre carta, adesivi, tessuti e cosmetici. Il suo uso dovrebbe essere industriale eppure, in piccole quantità la Commissione Europea ritiene che dovremmo anche “accettarla” sulle nostre tavole. Gli scarti, infatti, possono essere utilizzati per comporre mangimi e sotto una certa soglia potremmo ritrovarcela anche nel purè. Il fatto grave è che la superpatata contiene un gene per la resistenza a due antibiotici (kanamicina e neomicina) che potrebbe passare agli animali e poi all'uomo e i due antibiotici hanno un ruolo importante nella terapia medica, facendo parte degli antibiotici aminoglicosidici attivi contro molti batteri la cui assunzione o assuefazione potrebbe avere effetti negativi sulla salute.
“ Si tratta di un pericoloso via libera di cui nessuno, tranne le multinazionali del seme, sentiva il bisogno – ha detto Leonardo Michelini, presidente della Coldiretti di Viterbo – e ci fa piacere che il ministro Zaia abbia dichiarato pubblicamente la contrarietà del governo rispetto alla deliberazione dell'Unione Europea. Occorre da subito avviare la procedura per richiedere alla Commissione Europea la clausola di salvaguardia con cui bloccare la commercializzazione e la coltivazione della patata biotech nei nostri territori, cosi come ci impegneremo ad attuare qualsiasi iniziativa di carattere legislativo o referendario per continuare a mantenere il nostro paese libero da coltivazioni geneticamente modificate. Non riteniamo neppure – conclude Michelini – che gli ogm rappresentino la soluzione al problema della fame nel mondo. Sono ormai venti anni che si coltivano ogm nel mondo e nei Paesi in via di sviluppo dove la fame anziché diminuire è aumentata. Alle agricolture di tutto il mondo devono essere invece garantiti credito e investimenti adeguati ma soprattutto si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose”. 

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