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Oltre 5000 agricoltori, allevatori e pastori, con duecento trattori, sono scesi in piazza per difendere i primati qualitativi dell’agricoltura Made in Lazio a Latina. Qualificata e, particolarmente massiccia (oltre 680 in tutto), dal punto di vista numerico, la delegazione ciociara con a capo il direttore Gianni Lisi. 10 i pullman che si sono mossi dalle prime ore della mattinata da Atina, Alati, Anagni, Cassino, Ceccano, Pontecorvo, Sora, Ripi e Frosinone, ai quali si sono aggiunte decine di auto e qualche trattore che, in special modo, dai centri a confine con la provincia di Latina, ha abbandonato le zolle del terreno e ha occupato l’asfalto della città pontina. L’iniziativa è stata voluta fortemente dalla Coldiretti del Lazio del direttore Aldo Mattia e del presidente Massimo Gargano, entrambi incisivi nell’intervento dal palco che ha chiuso la giornata di protesta. Un fiume colorato di giallo ha invaso la città con trattori, mezzi agricoli, carri e soprattutto tantissimi imprenditori agricoli che hanno portato in città il Lazio e la Ciociaria vera, che produce, lasciando le campagne per far conoscere il proprio lavoro e chiederne il giusto riconoscimento. “Ecco i prodotti sani della nostra agricoltura”, “Vogliamo rispetto non elemosine”, “Dalle parole ai fatti” sono alcuni degli slogan urlati in corteo sotto l’acqua battente. “Siamo stanchi di subire ritardi – ha commentato Gianni Lisi – ed esausti di sterili promesse, oggi occorrono i fatti. Dalle buone intenzioni si deve passare con velocità a quanto da noi prospettato già 8 mesi fa. Esistono problemi per il credito delle nostre imprese, per l’innovazione, le cambiali agrarie ed ancora per la valorizzazione delle produzioni ed il riconoscimento di un prezzo equo per le varie produzioni che la nostra terra continua a garantire. Dalla Regione Lazio devono arrivare risposte in tempi certi per evitare il collasso delle aziende già colpite da una grave crisi. Le istituzioni hanno il dovere di dare risposte, non si può più barare e con la manifestazione di oggi, credo si sia compreso ancora meglio la nostra forza”. Per Coldiretti la manifestazione rappresenta un punto di partenza e non certo di arrivo per ottenere risultati alle proprie rivendicazioni come ha ricordato il direttore di Latina Saverio Viola che ha saputo, con l’ausilio della propria struttura, organizzare una manifestazione davvero storica, di vecchio stampo e dai numeri imponenti. “Si tenta di calpestare ed intimidire una opportunità di crescita possibile ed importante – ha aggiunto Lisi - con iniziative demagogiche ed inapplicabili assunte dalla politica regionale. Oggi non si può più non scegliere, si deve recuperare il tempo perso, con impegni mirati ad ottenere risorse e senza rischiare di non saper spendere quelle che ci sono, di non aver idee chiare sulla gestione di territori protetti, sulla sicurezza idrogeologica e sulle necessarie infrastrutture, e di non aver la giusta determinazione sui temi fondamentali quali il controllo delle contraffazioni, l'applicazione delle leggi fatte e messe nei cassetti ad ammuffire ed in quelle da fare, la semplificazione di procedure burocratiche vessatorie». Da Latina il grido d’allarme è stato lanciato ora spetta alla Regione, al presidente Polverini e agli assessori Birindelli e Mattei dare risposte e porre in essere quanto 8 mesi fa l’organizzazione più importate a livello nazionale, regionale e provinciale ha messo su carta nella propria piattaforma consegnata alla Polverini. Se non arriveranno risposte lo stato di agitazione andrà avanti sino a quando non si chiuderà la vertenza.