E’ a rischio il settore lattiero caseario della provincia di Frosinone. Lo sciopero dei Tir, infatti, continua a generare problemi significativi nelle imprese agricole che trasformano il latte sia nel settore del latte alimentare che in quello del latte di bufala. La raccolta è praticamente ferma e dopo la giornata di ieri, definita dai produttori di vera e propria passione, se il blocco continuerà aumenteranno i problemi. Anche per i comparti dei fiori, della frutta e della verdura che quotidianamente lasciamo le aziende agricole per raggiungere i mercati e le industrie per poi arrivare sugli scaffali dei negozi e dei supermercati i problemi sono davvero consistenti.”Abbiamo chiesto un incontro a S.E. il Prefetto – ha sottolineato il direttore di Coldiretti Frosinone, Paolo De Cesare - per consegnare una nostra nota nella quale, pur comprendendo bene le ragioni dello sciopero degli autotrasportatori, evidenziamo il gravissimo disagio che il blocco comporta nel settore primario. “In questo momento – spiega De Cesare - di grave crisi drammatica sia per le imprese che per i cittadini, le proteste incontrollate rischiano di creare ulteriori difficoltà e rincari sia alle aziende che ai cittadini, di fatto aggravando la crisi, senza peraltro risolvere i problemi degli autotrasportatori. In questa fase di difficoltà occorre grande senso di responsabilità da parte di tutti, in modo che le ragioni di alcuni non danneggino tutti gli altri”.
Secondo Coldiretti ogni giorno viaggiano su camion e tir tonnellate di prodotti agricoli e alimentari dei quali poco meno del 10 per cento sono deperibili. I produttori agricoli - sottolinea ancora De Cesare - sono costretti a smaltire a proprie spese il prodotto che marcisce o a svenderlo mentre i consumatori sono costretti a fare i conti con gli scaffali dei supermercati vuoti e il rischio di effetti speculativi sui prezzi che cominciano a farsi sentire sugli ortaggi. Al danno economico immediato va aggiunta - continua Loris Benacquista , presidente di Coldiretti Frosinone - la perdita di credibilità con la grande distribuzione pronta a sostituire il prodotto veramente locale e a KM. zero con quello proveniente da Paesi come la Spagna nell’ortofrutta o dall’Olanda per i fiori, diretti concorrenti della produzione Made in Italy. La situazione di difficoltà dell’economia è reale, a partire dal caro gasolio che è costato solo alle aziende agricole 400 milioni di euro in un anno, ma – concludono Benacquista e De Cesare - la crisi in queste condizioni rischia di aggravarsi e occorre far ripartire al piu’ presto la circolazione.