8 Luglio 2015
UE: COLDIRETTI LAZIO, DA OK A POLVERE DI LATTE ADDIO A 40 FORMAGGI TIPICI DELLA REGIONE NE BASTA UN CHILO PER FARE 15 MOZZARELLE O 64 YOGURT


“Il via libera alla polvere di latte farà sparire 40 formaggi tradizionali censiti dalla Regione Lazio ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni”.  Così il direttore della Coldiretti Lazio Aldo Mattia, commentando quanto emerge da un’ analisi della Coldiretti presentata in occasione della mobilitazione odierna di allevatori, casari e consumatori in piazza Montecitorio a difesa del Made in Italy per impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte che danneggia e inganna i consumatori, mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale.

Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro - sottolinea la Coldiretti - è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori.

“L’elenco dei formaggi tradizionali laziali che potrebbe essere sostituito da produzioni omologate e realizzate con polvere di latte è da far tremare i polsi  oltre che l’economia di un’intera regione” ha affermato il presidente della Coldiretti Lazio, David Granieri.
“Pensare che un formaggio come il Caciofiore di Columella realizzato con caglio vegetale derivante dal cardo del carciofo e frutto di una tradizione millenaria o i pecorini delle nostre montagne e le caciotte dell’agro romano, o i formaggi di bufale di quello pontino, possano lasciare il passo ad analoghi prodotti “fatti” con polvere di latte, magari importata, non è accettabile per i produttori che rischiano di abbandonare la loro attività e per i consumatori che verrebbero ingannati su prodotti che hanno fatto la storia dei nostri territori” ha proseguito Granieri
 
Il pressing esercitato dalla Commissione Europea sull’Italia ha già stimolato - sottolinea la Coldiretti - gli interessi degli speculatori con le importazioni di latte e crema in polvere che sono aumentate del 16 per cento nel primo trimestre 2015 rispetto allo scorso anno, secondo una analisi della Coldiretti. E non è certo casuale - precisa la Coldiretti - che i 2/3 delle importazioni provengano da Francia e Germania, l’asse che detta la linea politica dell’Unione Europea.
 
E’ in corso - sottolinea la Coldiretti - un pericoloso braccio di ferro che potrebbe portare alla chiusura delle stalle, alla perdita di posti di lavoro, all’omologazione e all’appiattimento qualitativo della produzione nazionale dopo la lettera di diffida inviata all’Italia dalla Commissione Europea, che è stata purtroppo sollecitata dall’associazione italiana delle Industrie lattiero casearie (Assolatte).
Si vuole porre fine - precisa la Coldiretti - al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, previsto dalla legge nazionale n. 138 dell’11 aprile del 1974, che ha garantito per oltre 40 anni l’alta qualità della produzione casearia nazionale. Il superamento di questa norma - continua la Coldiretti - provocherebbe l’abbassamento della qualità, l’omologazione dei sapori, un maggior rischio di frodi e la perdita di quella distintività che solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi, yogurt e latticini Made in Italy.
 
La polvere di latte - spiega la Coldiretti - è un prodotto “morto”, privo di proprietà organolettiche, che può arrivare da qualsiasi parte del mondo dove i maggiori produttori sono Nuova Zelanda e Stati Uniti mentre in Europa i leader sono Francia e Germania. La disidratazione consente di concentrare i costituenti del latte rendendoli conservabili a temperatura ambiente per oltre un anno e la tecnologia di produzione prevede che il latte, dopo essere stato corretto del suo contenuto di grassi, venga trattato termicamente con una perdita di valore biologico delle proteine del latte che può essere anche rilevante.
 
L’Italia grazie alla tutela della legge nazionale ha conquistato un primato internazionale nella qualità e nella varietà della produzione di formaggi con ben 487 diversi tipi censiti a livello territoriale che lo scellerato comportamento delle lobby industriali rischia ora di far crollare, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

Una azione - ha aggiunto  Granieri - che apre le porte alle frodi, danneggia i consumatori italiani con l’offerta di prodotti di basso standard qualitativo con pesanti effetti sul piano economico, occupazionale e ambientale in un momento in cui l’Italia deve puntare sulle sue distintività per tornare a crescere.
 
DA UN CHILO DI POLVERE DI LATTE A 2 EURO SI OTTENGONO
-       10 litri di latte
-       15 mozzarelle da 125 grammi
-       64 vasetti di yogurt da 125 grammi
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
 
I FORMAGGI TRADIZIONALI A RISCHIO NELLE DIVERSE REGIONI

Regione
 
Specialità
 
Lombardia
 
63
 
Piemonte
 
51
 
Campania
 
45
 
Lazio
 
40
 
Toscana
 
35
 
Veneto
 
33
 
Sicilia
 
26
 
Calabria
 
24
 
Sardegna
 
17
 
Puglia
 
17
 
Liguria
 
17
 
Friuli
 
15
 
Trentino
 
15
 
Abruzzo
 
14
 
Bolzano
 
14
 
Basilicata
 
13
 
Emilia-Romagna
 
12
 
Molise
 
12
 
Marche
 
11
 
Val d’Aosta
 
9
 
Umbria
 
4
 
Totale
 
487
 

I Formaggi tradizionali a rischio nella Regione Lazio

Burrata di bufala
 
Cacio di Gennazzano
 
Cacio fiore
 
Cacio magno (semplice e alle erbe)
 
Caciocavallo di bufala (semplice e affumicata)
 
Caciocavallo vaccino (semplice e affumicato)
 
Cacio ricotta di bufala
 
Caciotta dei Monti della Laga
 
Caciotta della Sabina (semplice e alle erbe)
 
Caciotta di bufala (pontina)
 
Caciotta di mucca
 
Caciotta di vacca ciociara (semplice ed aromatizzata)
 
Caciotta genuina romana
 
Caciotta mista ai bronzi
 
Caciotta mista della Tuscia
 
Caciotta mista ovi-vaccina del Lazio
 
Caciottina di bufala di Amaseno (semplice e aromatizzata)
 
Ciambella di Morolo
 
Conciato di San Vittore
 
Formaggio e caciotta di pecora sott’olio
 
Formaggio di capra
 
Gran cacio di Morolo
 
Marzolino e/o marzolina
 
Pecorino (viterbese, ciociaro, di Picinisco)
 
Pecorino ai bronzi
 
Pecorino dei Monti della Laga
 
Pecorino della Sabina (semplice e alle erbe)
 
Pecorino di Amatrice
 
Pecorino in grotta del viterbese
 
Pressato a mano
 
Provola di bufala (semplice e affumicata)
 
Provola di vacca (semplice e affumicata)
 
Provolone vaccino
 
Scamorza vaccina (semplice e ripiena)
 
Squarquaglione dei Monti Lepini
 
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