6 Aprile 2013
COLDIRETTI LAZIO

In un momento di forte crisi economica, come quello che stiamo attraversando, che ha portato allo stato di grave sofferenza di uno dei settori d'eccellenza del nostro Paese, quello agricolo ed agroalimentare che noi di Coldiretti Lazio tuteliamo da anni, sentiamo la profonda esigenza di richiamare con vigore l'attenzione della Regione Lazio sui numerosi problemi che affliggono questo comparto.

Un'istituzione con la quale purtroppo si è interrotto, ormai da tempo, il dialogo e con la quale, invece, puntiamo a riavviare un aperto confronto per riportare al centro della sua agenda l'agricoltura come settore strategico che produce il bene comune per eccellenza: il cibo.

Nel corso della campagna elettorale, il Presidente Zingaretti, ha avuto modo di incontrare oltre 200 dirigenti dell’organizzazione in rappresentanza delle 40.000 imprese agricole socie della Coldiretti Lazio che gli hanno illustrato un documento programmatico dal titolo ambizioso ma al tempo stesso denso di contenuti concreti “Il Lazio che vogliamo: volare alto per affrontare il quotidiano".

Puntare sull’agricoltura significa fare una scelta strategica a patto però che si guardi ad essa come ad un nuovo modello di sviluppo che abbia i suoi punti di forza non solo negli interessi particolari dell'impresa agricola ma anche in quelli collettivi come il paesaggio, la sostenibilità dell'ambiente, la qualità della vita, la coesione sociale, e non da ultimo puntando sui tratti distintivi ed unici del territorio laziale e sulla creatività delle nostre aziende agricole.

E’ evidente che alla scelta strategica verso l’agricoltura devono seguire azioni concrete che affrontino i temi più cari all’impresa agricola.

A cominciare dall’accesso al credito, oggi stretto in una morsa senza precedenti in termini di affidamenti, e da un nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, la vera "finanziaria" del settore, che rimane l’unico strumento per concretizzare il modello di sviluppo che vogliamo sotto il profilo degli investimenti, dell’innovazione, della filiera corta, della ricerca e della tutela delle risorse ambientali e naturali.

Nel ristabilito confronto con la Regione Lazio occorrerà pensare subito ad una legge di riforma del credito agrario regionale che regolamenti in maniera specifica il ruolo dei Confidi e i prodotti finanziari legati alle imprese agricole.

Occorrerà rendere più semplice per le imprese ottenere la necessaria liquidità per far fronte ad investimenti di lungo periodo per aumentare la competitività. E’ inaccettabile che a fronte di una buona programmazione la spesa, e quindi le erogazioni del Piano di Sviluppo Rurale a favore dei beneficiari (tanti), siano ferme a 2 anni dalla conclusione del ciclo di programmazione al 40% del totale delle risorse pubbliche disponibili (705 milioni di Euro). Un'accelerazione alla burocrazia regionale e territoriale si impone se non si vogliono restituire risorse alle casse comunitarie.

Secondo noi la Regione deve “declinare” operativamente le leggi già esistenti a partire da quelle riguardanti l' Agriturismo, la Filiera ed accordi di Filiera, gli OGM e soprattutto i mercati di vendita diretta e i prodotti a KM 0.

C'è poi il capitolo della burocrazia. Va bene favorire l’applicazione rigorosa di tutte le norme che servono a garantire sicurezza alimentare, sicurezza ambientale e qualità.  Ma se la metà delle carte necessarie a offrire tali garanzie non serve e fa perdere agli imprenditori agricoli circa 100 giorni l’anno in giro per uffici, allora questa burocrazia va eliminata. Se serve a tenere nei cassetti i regolamenti applicativi di importanti leggi regionali (quella relativa alla piena operatività dei CAA – Centri di Assistenza agricola), questa burocrazia va eliminata. Se serve a rallentare i processi di sussidiarietà orizzontale e verticale avviati, questa burocrazia va eliminata perché non serve a nessuno, né alle imprese, né ai cittadini né ai consumatori.

Inoltre, per raggiungere un vero sviluppo economico sostenibile e un buon governo del territorio occorre garantire la tutela e il buon utilizzo delle risorse naturali quali acqua e suolo, valorizzando il ruolo dei Consorzi di bonifica.

E' intenzione della Coldiretti Lazio, inoltre, riportare al centro della politica sociale della Regione la tutela dei cittadini, delle famiglie e degli anziani che vivono in contesti rurali, con un appropriato sviluppo dei servizi in loro favore, agendo anche sulla leva fiscale di specifica competenza locale.

Riteniamo, inoltre, che sia giunto il momento di arrivare ad una rapida soluzione della vicenda legata alla proprietà della Centrale del Latte.

Ciò che vogliamo dalla nuova giunta regionale del Lazio è una chiara, condivisa e concreta azione di governo nell'individuazione di comuni obiettivi.

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